ANAPIA Nazionale

  /  News   /  La Formazione del futuro – Intervista a Paola Vescovi, legale rappresentante di SP Formazione

La Formazione del futuro – Intervista a Paola Vescovi, legale rappresentante di SP Formazione

Tempo di lettura: 7 minuti

La formazione è il filo invisibile che passa attraverso tutte le competenze e che fornisce una visione d’insieme dell’organizzazione, il trait d’union degli obiettivi da condividere per suggellare il senso di appartenenza e la motivazione al lavoro. 

Influenza tutti i componenti dell’organizzazione e non termina quando finisce il corso ma continua anche dopo, stimolando il formato ad affrontare l’evoluzione con consapevolezza e competenza perché l’obiettivo finale è quello di invogliare a mettere in pratica quanto appreso in fase di formazione.

Ma qual è l’evoluzione della formazione nel prossimo futuro? E soprattutto è mutato il concetto nell’ultimo decennio?

Lo chiediamo alla dott.ssa Paola Vescovi, legale rappresentante e responsabile delle relazioni di SP Formazione, una delle strutture formative di ANAPIA Piemonte. Operante nella provincia di Torino, attraverso molteplici strumenti pensati e sviluppati, va incontro alle esigenze formative di privati e aziende.

 

1. Come nasce SP  Formazione?

 

SP formazione nasce forse per caso o forse volutamente… Nel senso che esco con diversi colleghi da diverse esperienze di enti di formazione e a un certo punto nasce il desiderio di creare qui, sul territorio piemontese, qualcosa di diverso. Anche un po’ contaminata, a livello lavorativo, dal mondo della Lombardia dove ho vissuto qualche tempo, nasce, con voler rivoluzionario di colleghi di diverse realtà, già tutti con un bagaglio di competenze, questa nuova realtà che si vuole distinguere, che vuole essere un po’ diversa, un po’ disarmante rispetto a quello che sono tutti gli altri enti del territorio. Oggi per ovvie ragioni si è ulteriormente trasformata quindi sempre rivoluzionaria però, diciamo, che ha preso un’ ulteriore sfaccettatura data dallo spirito giovane. SP Formazione nasce nel 2016 e quindi ha compiuto 7 anni di operatività l’8 Febbraio di questo anno.

 

2) “Sempre in continua evoluzione, ci annoiamo in fretta dunque ci evolviamo in fretta” questo il vostro slogan quindi le chiedo: può esistere il cambiamento senza formazione ?

 

Il cambiamento senza formazione non può esistere ma per una componente particolare nel senso che, la componente particolare che dà la formazione è la capacità di visione e l’ampliamento del senso critico….. per vedere bisogna avere l’ampiezza e per vedere l’ampiezza bisogna ampliare le conoscenze e quindi, di conseguenza si va alla formazione. Per formazione intendo qualsiasi cosa non solo formazione d’aula.

 

3) Create percorsi formativi sia tradizionali sia con strumenti innovativi come il gaming e le attività esperienziali: avete trovato terreno fertile oppure il mondo della formazione è ancora restio al rinnovamento? 

 

Il mondo della Formazione è ancora restio soprattutto qui in Piemonte. Noi abbiamo trovato terreno fertile perché lanciamo un messaggio molto chiaro quindi chi si avvicina a noi, di per sé, ha già questa visione e quindi è in grado di accoglierci ma non riusciamo ad applicare questo messaggio in modo trasversale, in qualsiasi settore, ambito. Perché di per sé il gioco è ancora visto tanto come perdita di tempo e oltretutto, la cosa più difficile è insegnare a chi insegna questa metodologia che sembra di per sé facile invece sposta fisicamente la figura del formatore, del docente, del professore e lo trasforma in chi guida all’apprendimento e non in chi indottrina… quindi è come svestirsi di un ruolo ed è molto difficile.

 

4) Tra i corsi che fornite, c’è  “SAFE SPACE” – il primo gioco interattivo per rendere coinvolgente e divertente la formazione sulla sicurezza sul lavoro: a chi è destinato ma soprattutto come è nata questa idea? 

 

Parto dalla nascita perché è la cosa più divertente! Nasce proprio perché è uno dei saperi, delle conoscenze dal mio punto di vista, assolutissimamente soggettivo, più noioso che ci sia. Guardare un’aula che segue la formazione sulla sicurezza è proprio vedere la noia esplicita…tante facce come se fossero una Las Vegas però con solo scritta NOIA NOIA NOIA ovunque e in tutte le forme e, invece, è una delle materie più importanti perché parla di prevenzione non di obbligo di legge. Quindi, per dimostrare che il gioco è realmente uno strumento, non sono mai per partire da cose facili, oltretutto non è mia competenza madre quindi non è la mia materia di dominanza, ho detto: se vogliamo smontare qualcosa dobbiamo smontare una delle cose più complesse da smontare perché il resto è più facile e quindi…. è stata lì la sfida. Nasce, come pensiero, nel 2018; è stato un lavoro lungo, se vogliamo artigianale, perché è stato tutto costruito internamente quindi intanto che lavoravamo c’era chi disegnava tutte le carte e chi ne studiava i dettagli….Per noi, il 2020 è stato un’occasione. Perché il 2020 è stato l’anno che ci ha fermato da tutta una serie di attività e noi abbiamo potuto investire su questo. SAFE SPACE infatti nasce come brevetto quindi è regolarmente registrato. Nel 2021 vince il premio AIF – Associazione Formatori Italiani. Di per sé è destinato a tutti i formatori che vogliono vedere la sicurezza come veramente un potenziale per prevenire quindi, vuole cambiare veramente il paradigma perché lo strumento dà la possibilità di dire alle persone “è vero”!  Educa le persone perché noi abbiamo un dovere nei confronti della sicurezza sul lavoro: quello di aiutare le persone poi a comprendere che in una situazione di rischio una delle cose più imprevedibili è la nostra stessa reazione… per salvare la nostra vita o quella di qualcun altro. 

 

5) Ed Enigma? 

 

Enigma nasce anche questo sempre da una sfida. Questa lanciata da una grossa azienda logicamente iper innovativa nell’ambito IT quindi una dei vertici della piramide, una di queste grosse aziende che cercano sempre di sfidare tutti i mondi. A un certo punto, per un evento loro interno formativo, chiamano un ente di formazione a cui chiedono di fare della formazione in 45 minuti perché poi ci dovevano agganciare la festa. Un po’ perplessa, ho cercato di allontanarli in tutti i modi possibili e loro però confermavano che volevano non cose prettamente ludiche però volevano qualcosa di ludico – formativo. Quindi con una valenza profondamente innovativa. Allora ho pensato: “se metto qualsiasi persona a parlare per 45 minuti non viene fuori niente perché devo metterli ad agire”.  Così nasce Enigma che è un video, un gioco che si autoguida, nel senso che è già tutto prestabilito. Io sono appassionata di neuroscienze, dico appassionata perché non arrivo da quella formazione, è stato poi tutto un sapere costruito dopo grazie ad AINEM – l’Associazione Italiana di Neuromarketing …quindi lavoro con professori del settore. Enigma è fondamentalmente un gioco che autoprevede tutta una serie di situazioni che ti portano all’errore e quindi all’apprendimento accorciando tutti i tempi. Perché come esseri umani l’unico modo che abbiamo più veloce di apprendere è sbagliare e riformulare….quindi viene studiato ad hoc, viene utilizzata la leva del coinvolgimento, dell’entusiasmo…si vede solo gente che si diverte, non si capisce nulla, però di per sé, alla fine, le persone ne hanno effettivamente una comprensione perché poi logicamente lo stesso gioco correggere e porta alla consapevolizzazione.

 

6) SP Formazione, tra le innumerevoli attività, si occupa anche di sociale: ci spiega il perché?

 

 Le nostre attività nascono sempre per follia devo essere sincera. Perché la nostra prima sede era in una zona di Torino dove c’era un grande progetto di inserimento. Avevamo intorno tutte le case che erano state costruite per le olimpiadi che sono state occupate abusivamente e quindi subentrano delle grosse fondazioni per riqualificare la zona. Noi eravamo una delle realtà più vicine e proprio perché siamo un po’ particolari e vogliamo andare a fondo alle cose, chiediamo un incontro direttamente all’assessore al quale diciamo che avevamo studiato, perché all’interno della nostra struttura ci sono anche persone che si occupano di antropologia culturale e quindi volevamo un po’ capire come mai tante persone avevano difficoltà ad essere inserite e se potevamo noi, nel nostro piccolo, poter dare un contributo. Quindi ci presentiamo dicendo “dateci tutti quelli che gli altri non hanno inserito, quelli che gli altri non riescono più ad inserire da nessuna parte, quelli proprio difficili”. Il progetto è andato molto bene, poi ci hanno richiamato e ci hanno chiesto di supportarli in lavori sempre molto piccoli. I primi ad essere inseriti nella progettualità sono stati gli “incollocabili” e poi siamo andati a lavorare sulla comunità somala che è una delle più difficili. Quando ci siamo spostati di sede abbiamo preso gli uffici che affacciano sul cortile di una organizzazione che si occupa proprio di supporto e sostegno sociale e abbiamo scoperto la meraviglia di questa realtà che fa veramente tantissimo ma non solo a Torino ma è molto attiva anche a livello internazionale. E allora abbiamo detto, se siamo bravi, se siamo capaci dobbiamo comunque sia anche noi contribuire e restituire qualcosa al territorio con quello che noi sappiamo fare: un progetto all’anno lo dedichiamo proprio al sociale. 

 

7) SP Formazione resterà confinata solo in Piemonte?

 

Io pensavo di rimanere in Piemonte, devo essere sincera, a Torino… non ho molte velleità ma un giorno ho fatto invece un team building, perché metto anche i miei stessi ragazzi in formazione e mi sono stupita perché, a un certo punto, è venuto fuori, perché il formatore li ha guidati in un percorso di consapevolezza, che praticamente vedono la nostra azienda alla conquista del mondo. Sono rimasta addirittura spiazzata. Ripeto, proprio perché SP Formazione nasce per il territorio deve essere una realtà non grossa deve rimanere snella. Devo essere sincera, anche riguardo Safe Space, che è proprio una scatola fisica con dentro carte, pezzi ecc… mi è sempre stato detto di vendere la scatola o cose di questo genere….. Io voglio solo che la gente inizi a fare questo tipo di formazione, mi piacerebbe che la visione del nostro stile un po’ contaminasse il mondo della formazione perché ce n’è bisogno. Anche il corso di apprendistato che è uno dei corsi più normati al mondo dopo quello sulla sicurezza sul lavoro lo facciamo diventare una competizione, una gara diventa quasi una festa. I ragazzi rimangono in contatto, condividono del tempo e per me, è questa la crescita sociale…Ci sono ancora dei docenti che chiedono, in termini economici, tantissimo per poi leggere le slide: è difficile però smontare tutto questo meccanismo. Noi non siamo innovativi perché ci sono teorie ormai da secoli…basterebbe soltanto applicare ciò che già sappiamo. Le teorie della gamification le insegnano oggi a scienze dell’educazione, Il problema è che se poi andiamo in aula e insegniamo allo stesso modo, tutto ciò lascia il tempo che trova. Io lavoro con gli adulti e penso: avrei voglia di andare ad ascoltare, per 8 ore consecutive, uno che parla fosse anche la persona più empatica al mondo? Ti vengo dietro ma ti dedico due/quattro ore anche consecutive del mio tempo ma io ho bisogno di vedere, di sperimentare. Ormai sono nel mondo e probabilmente imparo di più da una chiacchiera con un collega davanti a un caffè che dentro un’aula di formazione.

 

Giusy Pulicari

Leave a comment

User registration

You don't have permission to register

Reset Password