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La formazione professionale fa rima con il digitale

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Nel solco delle idee sulla “Formazione al Futuro” (si veda articolo sulla denatalità), possiamo affrontare da subito le sfide da affrontare.

L’orientamento dei giovani

In questo articolo partiamo dal primo punto fermo: ragazzi e giovani devono essere preparati e orientati a un mercato del lavoro, dove l’obiettivo primario della formazione professionale è la trasformazione digitale.
Sicuramente va superato il sillogismo più digitalizzazione meno lavoro per tutti. Dobbiamo tener presente che lo sviluppo tecnologico e il benessere in aumento creano nuovi bisogni, facendo nascere nuove attività e professioni. Le caratteristiche principali riguardano una continua innovazione e dei rapidi cambiamenti. Entrambi rappresentano la sfida primaria per la nostra formazione professionale. Se un tempo le persone erano molto più attive nell’agricoltura, oggi l’interesse maggiore riguarda il settore dei servizi.

I progressi dell’intelligenza artificiale

Certamente i progressi che sono emersi nell’intelligenza artificiale hanno fatto mutare completamente lo status quo. Pensare a computer e robot che potranno essere in grado di compiere attività meglio dell’uomo, non possono essere messe in relazione alle esperienze professionali di un passato recente e anche più remoto. Ciò che dobbiamo tenere comunque in gran conto riguarda l’osservazione che, nella capacità di ricerca e soluzione di nuovi problemi, è davvero impossibile poter rimpiazzare l’uomo e le sue capacità di “problem posing” e di “problem solving”.
Quindi la nostra preoccupazione non deve essere assorbita da una mancata generale del lavoro.
La formazione professionale dovrà prendere atto di tali osservazioni, considerando il cambiamento della domanda che proviene dalle varie professioni.

Le nuove competenze

Possiamo offrire un’altra considerazione, riguardo al fatto che alcune ricerche avessero evidenziato come le nuove tecnologie producessero una richiesta di qualifiche più elevate. In realtà è una formazione più avanzata che crea competenze più analitiche per l’uso delle nuove tecnologie. Altre ricerche hanno visto che anche in posti di lavoro con poche qualifiche e bassi stipendi aumentano la loro occupazione e, al contrario, paradossalmente, si vanno a perdere posti con qualifiche e stipendi medi. In questo caso l’ipotesi è che si tratti di un’occupazione manuale e non ripetitiva.
Certo questa sorta di polarizzazione implica i lavoratori con una formazione professionale di base.

L’obiettivo, dunque, riguarda l’innalzamento della formazione professionale che vada a prendere in considerazione la conoscenza dei processi per poter affrontare un percorso tecnologico che prepari ragazzi e giovani all’entrata nella vita professionale, fornendo supporti attraverso l’orientamento, spazio/luogo che consente di validare gli apprendimenti acquisiti e le abilità e competenze sviluppate nel ciclo di studi della scuola superiore di secondo grado e nei Centri di formazione professionale.

Salvatore Sasso

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