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Innovazione e smart working

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Le conseguenze del Covid-19

La pandemia ancora in corso ha creato maggiori divari sociali, dividendo la popolazione, in questo momento storico particolare, in diversi gruppi: chi ha utilizzato la maggior parte del suo tempo per il lavoro, con altrettanto tempo speso in corsi di formazione e incremento delle competenze; chi invece un lavoro lo ha perso, perché non conforme alle esigenze pandemiche e non tutelato (parliamo, ad esempio, di una buona parte dei lavoratori del mondo dello spettacolo); e chi ha visto il suo lavoro in loco mutarsi in smart working.

Dal telelavoro allo smart working

innovazione

Lo smart working nasce successivamente al telelavoro, termine coniato nel 1973 da Jack Nilles che si interessò di affrontare e risolvere il problema del pendolarismo e delle conseguenze che sempre più organizzazioni trasferivano informazioni anziché produrre beni. Con il tempo, il lavoro a distanza ha permesso di svolgere occupazioni a soggetti che, diversamente e per svariati motivi, sarebbero stati marginalizzati e ha, quindi, consentito loro una più ampia operatività. Negli ultimi anni si sono sviluppati nuovi lavori a distanza, come il lavoro agile o smart working, (legge 81 del 22 maggio 2017). Lo smart working – che, come tutti sappiamo, è stato ampiamente adottato in questo momento di crisi – oltre a essere una modalità lavorativa efficiente e migliorativa da vari punti divista (strumentali, personali, ambientali, spazio-temporali), è un grande risultato innovativo che vede continuamente in campo sistemi tecnologici e digitali sempre più all’avanguardia.

Innovatività e futuro

Il lavoro agile si prospetta, inoltre, per alcune realtà come l’unica fonte di guadagno e unica alternativa, che probabilmente, nel futuro, sostituirà gran parte del tempo in ufficio. Infatti, secondo la Fondazione studi dei consulenti del lavoro sono milioni i lavoratori italiani che scelgono la propria sede lavorativa, accendono il computer e dando il via autonomamente al proprio lavoro. A conti fatti, per le aziende, lo smart working è un vantaggio, tanto che la maggior parte prolungherà questa nuova modalità anche dopo lo stato di emergenza, prorogato fino al 31 luglio 2021, se non per tutto il tempo lavorativo, almeno per due o tre giorni della settimana e questo ovviamente rivoluzionerà le vite dei dipendenti che saranno regolamentate da un nuovo accordo quadro volontario e individuale.

Marianna Zito

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