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La biblioterapia educativa nelle scuole

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“Solo dopo aver raccontato tutto si potrà morire” Louis-Ferdinand Céline

“La biblioterapia (…) è una disciplina che può essere usata in ambito clinico sia dai medici che dagli psicoterapeuti, ma anche nei servizi educativi e nelle scuole di ogni ordine e grado (…)”, anche se è ancora poco diffusa nel nostro Paese.

I principi della biblioterapia educativa

Nel volume “La biblioterapia educativa nei nidi e nelle scuole di ogni ordine e grado” edito da Castelvecchi, Dario Amadei ed Elena Sbaraglia ne illustrano i principi fondamentali e gli strumenti operativi, dalla bibliolettura interattiva alla narrazione emotiva. Gli aspetti teorici vengono approfonditi a partire dalle buone pratiche emerse nel tempo in diversi contesti didattici ed educativi.

I due autori – un medico e formatore e una psicologa, formatrice e scrittrice – lavorano da molti anni con questa disciplina nei contesti educativi e scolastici attraverso il metodo Bi.Ne (bibliolettura interattiva e narrazione emotiva). Tale metodo mira a sviluppare, attraverso la lettura o il racconto di un libro, un processo emozionale capace di “generare un flusso di idee ed emozioni che altrimenti resterebbero sopite”. Al centro vi è la figura dell’ascoltatore attivo: chi ascolta accoglie la storia, la interiorizza e la restituisce, raccontando qualcosa di sé attraverso ciò che ha appena vissuto narrativamente.

Cosa è importante?

La narrazione diventa, quindi, un passaggio fondamentale per ogni futuro educatore o insegnante. Attraverso di essa è possibile acquisire una maggiore consapevolezza delle proprie capacità comunicative e relazionali, competenze indispensabili per accompagnare e guidare bambini e ragazzi “promuovendo l’autonomia, la consapevolezza, le attitudini singole e condivise”.

Ancora più centrale è lo sviluppo dell’autoconsapevolezza emotiva, base imprescindibile di tutte le altre competenze: “la gestione dei conflitti, l’empatia e la capacità di essere d’ispirazione per gli altri membri (…)”. Saper riconoscere e gestire le proprie emozioni genera fiducia, e la fiducia favorisce la collaborazione, tanto nel lavoro quanto nelle relazioni con adulti e bambini.

L’intelligenza narrativa

Tutto questo prende forma tramite la narrazione, uno scambio prezioso e imprescindibile, soprattutto per i bambini che non hanno ancora pienamente sviluppato il linguaggio. È fondamentale sostenerli e soprattutto ascoltarli, essere presenti e insegnare loro ad ascoltare, affinché la loro intelligenza narrativa possa emergere e consolidarsi, contribuendo alla costruzione dell’autostima e della libertà di raccontare e raccontarsi.

Per questo è necessario attribuire alla narrazione e alla lettura un ruolo realmente attivo nella crescita formativa di ciascuno: sono strumenti capaci di sviluppare competenze, empatia e consapevolezza della propria esistenza. Come ricorda Gottschall, la narrazione è una vera e propria guida per la nostra immaginazione, un dispositivo attraverso cui costruiamo significato e abitabilità del mondo.

Gli strumenti pratici

Nella parte finale del volume, gli autori illustrano gli strumenti e i diversi contesti di applicazione del metodo Bi.Ne. Vengono approfonditi temi quali la professione dell’insegnante facilitatore, il passaggio dal circle time al “cerchio magico”, la mentalità di crescita e il PAC, il percorso di apprendimento cooperativo. Sono presentati inoltre gli strumenti specifici del metodo Bi.Ne e numerose esperienze pratiche, dal nido alla scuola secondaria di secondo grado. Il volume si conclude con la descrizione dettagliata delle attività svolte nelle varie scuole di ogni ordine e grado, offrendo un quadro completo dell’efficacia e della versatilità del metodo.

Marianna Zito

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