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Formazione motivante per cambiare la percezione dei mestieri richiesti dalle imprese

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Molti settori — dall’edilizia all’impiantistica, dalla manutenzione industriale all’automazione — segnalano una forte carenza di competenze: le imprese faticano a trovare tecnici qualificati. Secondo il CEDEFOP, il Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale, una delle Agenzie dell’Unione Europea, “le aziende italiane segnalano carenze di lavoratori qualificati come ostacolo agli investimenti” (https://www.cedefop.europa.eu/files/skills-dev-labour-shortages-italy.pdf).  Questo scenario diventa particolarmente rilevante quando la formazione professionale non riesce a tradurre iscritti in occupati qualificati.

Perché i giovani snobbano i mestieri tecnici

La scelta dei percorsi formativi non è guidata solo dal reddito: pesano l’immagine sociale, le prospettive di carriera e la qualità del lavoro. Come segnala l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico nel suo recente rapporto 2023: “Nonostante la popolarità dei programmi di istruzione e formazione professionale i risultati per gli studenti italiani sono al di sotto della media OCSE) https://gpseducation.oecd.org/Content/EAGCountryNotes/EAG2023_CN_ITA_pdf.pdf. Questo dimostra che non è sufficiente iscriversi: serve che il percorso sia efficace e chiaramente valorizzato.

Orientamento motivante: esperienze concrete e precoce contatto con il lavoro

Un orientamento efficace nella scuola professionale parte prima e diventa concreto: visite aziendali, laboratori, micro-stage e alternanza/PCTO di qualità permettono ai giovani di “toccare con mano” il mestiere e le sue prospettive reali. Sempre lo studio del CEDEFOP  sottolinea come “rafforzare i legami tra istruzione e industria sia un fattore chiave per migliorare l’attrattiva e l’efficacia della formazione professionale”. In pratica significa rendere il percorso formativo più visibile, più reale e più vicino al mondo del lavoro.

Il ruolo degli enti di formazione: qualità, aggiornamento e responsabilità pubblica

Gli enti di formazione (accademie, centri regionali, istituti accreditati) sono partner essenziali: erogano percorsi per giovani e adulti, progettano tirocini e certificazioni e aggiornano i programmi secondo le richieste territoriali. In Italia la governance della formazione professionale è multilivello e coinvolge scuole, regioni e enti: questo sistema può essere una risorsa se gli enti si dotano di laboratori moderni, docenti aggiornati e relazioni stabili con le imprese.

Per un approfondimento sul sistema italiano di può consultare il rapporto 2023: https://oa.inapp.gov.it/server/api/core/bitstreams/228e2ee0-04b1-45e2-b326-c7dccdeb6160/content?

Gli enti di formazione dovrebbero dunque sempre più:

  • allineare i contenuti formativi alle competenze richieste (digitali, green, manutenzione predittiva);
  • progettare percorsi con risvolti occupazionali misurabili (certificazioni e canali di placement);
  • cooperare con le imprese per tirocini qualificanti e percorsi di apprendistato che riconoscano competenze reali.

Valorizzare i mestieri: storytelling, dati e testimonianze

La comunicazione, inoltre, è strategica: raccontare storie di giovani tecnici, mostrare dati sull’occupazione post-qualifica e mettere in luce opportunità di crescita professionale aiuta a scardinare lo stigma secondo cui il lavoro manuale sarebbe “ripiego”. Le scuole e gli enti di formazione possono pubblicare i risultati occupazionali per dare credibilità ai propri percorsi.

Programmi aggiornati: competenze tecniche + soft skills

Un’offerta formativa moderna unisce competenze tecniche aggiornate (es. digitalizzazione degli impianti, efficienza energetica) e soft skills (comunicazione, problem solving, imprenditorialità). Le iniziative di upskilling e reskilling stanno incrementando le risorse disponibili e rendendo i percorsi più efficaci. Includere questi elementi nei percorsi formativi rende il lavoro tecnico più moderno, più aperto, più interessante. Consulta, ad esempio, le “Skills Forecast 2025” del CEDEFOP (https://www.cedefop.europa.eu/files/skills_forecast_-_italy_2025.pdf)

Proposte operative per scuole, enti e imprese

  1. Giornate del mestiere con imprese associate: laboratori pratici e micro-stage certificati.
  2. Rubriche, anche video, con testimonianze di ex-studenti e dati sul placement.
  3. Percorsi PCTO/Apprendistato co-progettati con imprese locali e con obiettivi di competenza chiari.
  4. Aggiornamento docenti ed enti: formazione continua per insegnanti e formatori su tecnologie e metodologie didattiche.
  5. Monitoraggio e trasparenza: pubblicare risultati occupazionali post-qualifica per misurare l’efficacia dei percorsi e comunicare i risultati alle famiglie e ai giovani.

Invertire la tendenza è possibile, ma serve sistema

Il problema non è solo “fare più formazione”, ma costruire un ecosistema che renda i mestieri tecnici desiderabili: orientamento motivante, enti di formazione aggiornati e responsabili, partnership reali con le imprese e una comunicazione che mostri dati e storie reali. La formazione professionale ha tutti gli strumenti per farlo: il ruolo delle scuole, degli enti e delle associazioni come ANAPIA è usare queste leve con decisione per offrire veri percorsi di successo.

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